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Critiche

Elena Piacentini

Marina Tabacco - Identificazione dell’archetipo

“Dove mi porti, mia arte? In che remoto deserto territorio a un tratto mi sbalestri? In che paradiso di salute di luce e di libertà

arte, per incantesimo mi scorti ...” Mario Luzi  da "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini”, 1994.

I versi del componimento di Mario Luzi sono chiavi di volta ottimali per comprendere le tavole di Marina Tabacco. L’arte intesa come Movimento, metafora di un viaggio in terre sconosciute, apprese superficialmente come desertiche ma che percorse compaiono fascinosamente paradisi, genesi di autonomia e splendore. Il centro, la partenza, del percorso estetico della pittrice è stata la visione della mostra “Africa. Capolavori da un continente”, Torino, Galleria d’Arte Moderna questa esperienza è stata coronata dal susseguirsi di viaggi nella terra africana e in particolare del Senegal. Ogni momento vissuto nel Continente ha segnato l’essenza dell’artefice, perpetuata attraverso studi e approfondimenti della storia e cultura di questo paese. Scrive l’artista approdando in questa terra a lei ignota: “…avvolta da un bagaglio di comuni paure e pregiudizi – il viaggio (n.d.r.) - si rivelò invece una profonda e inesorabile scoperta di relazioni umane gratificanti, affetti e sentimenti di persone sconosciute attente a scrutare il mio viso per soddisfare ogni mia inespressa necessità.

Importante il suo retroterra culturale e formativo, costituito dalla stratificazione di sperimentazioni ottenuto attraverso la frequentazione del corso di Decorazione della Accademia di Belle Arti di Torino, workshop e seminari in Italia e all’estero, dal corso dell’Accademia d’arte Sommerakademie Alanus di Bonn e contemporaneamente allo studio della tassonomia cromatica steineriana.

Nella grande quantità di input Marina Tabacco si muove in due diversi modus agendi. Il primo, per esempio nei lavori intitolati “Alla fonte” “Epille le riz” “Ebadior” o “Salutations”, ella ritrae momenti particolari della vita quotidiana dei villaggi rurali senegalesi, in particolare di Brindiago, attraverso una plasticità cromatica diretta e vibrante: i volumi dei personaggi sono trattati con segno fermo e sapiente attraverso tonalità prive di sfumature evincendo il contrasto netto tra bianco, terra di Siena naturale e giallo ocra senza incorrere in grevi descrittività; il secondo: ”Bogolon” “Paesaggio I” per citare, fa proprie strutture e colori unici, effettua una sintetizzazione stilistica e formale dell’oggetto primordiale.

Il colore – fondamentalmente steso in acrilico - inteso nella categoria dei primari o eccezionalmente secondari, svela pattern che risultano essere sfondi di elementi archetipi seriali ripetuti in sequenza quasi ossessiva; l’intenzione intima dell’artefice adduce lo spettatore a inoltrarsi nel significante ciclo continuo il quale, per l’intrinseca empatia assodata, manifesta la pazienza e la tenacia dell’etnia africana.

Questi i prodromi di una esperienza estetica aperta a molteplici definizioni e soprattutto determinante di percorsi in continuo divenire.

 

 

Giovanni Cordero

Direttore Arte Contemporanea -Soprintendenza storico artistica ed etnoantropologico del Piemonte -

Ministero dei Beni e attività culturali

Marina Tabacco, nelle sue opere vivono contemporaneamente sia una lirica astrazione informale, sia una larvata figurazione archetipica e primordiale. Grazie ad un rigoroso controllo dei mezzi espressivi risolve l’equazione compositiva con una materia pittorica che si stempera in una sorta di limpida ed emblematica narrazione magica e misteriosa, dove si sentono l’energia e l’impeto di una trattenuta gestualità.

Francesco Preverino

Ex titolare della Cattedra di Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Torino

Colore, gesto, segno consequenzialità di espressione per spazio misurato,in assenza di disegno per sovrapposizioni anche accostamenti a volte  in vocabolario pittorico ridotto per minimi contrasti, a trascrivere emozioni ricordi  in dinamico dipingere  senza descrizione.

E lo spettatore può indagare per invenzione sua  senza costrizione interpretativa  pittura per la pittura  e il bianco si impone o traspare

poche le grumosità  pittura priva di tattilità  pittura che lascia trasparire forme  in assoluta libertà e poi graffi  nervosi  e colature e il racconto non si manifesta  misterioso  e vibrazioni e musicalità per far vivere per far trovare e ritrovarsi, a colloquio intimo, solo per far pittura.

Chiara Gallo

Critica d'Arte

L' espressionismo di Marina Tabacco si profonde nell'utilizzo di pennellate ampie e ben pensate. Se in alcune opere i colori rimandano a forme figurative, in altre sono paesaggi e tramonti che saltano alla mente di chi guarda, innescando a seconda della personalità sensazioni e pensieri differenti. Il colore gioca il ruolo maggiore e si pone come vero e proprio protagonista dell' opera: Tonalità fredde e calde si alternano in un gioco armonico, rispettando sempre la tematica voluta dall artista.
La forza e l'intensità del tratto della Tabacco colpiscono e obbligano a confrontarsi con la tela che abbiamo di fronte, restando così per un secondo ipnotizzati dal gioco cromatico creato appositamente dall'artista.

Press

MARINA TABACCO @ IAM

Written by Claudio Lorenzoni, 14 novembre 2016 - Intervista a Marina Tabacco

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